Da qualche anno a questa parte c’è nel mondo del videoclip una firma che realizza lavori per alcune band della scena dark, wave, folk, ebm internazionale che sono un vero e proprio marchi di fabbrica.
A curare i clip di Ardecore, Client, Surgery, Spiritual Front, Kirlian Camera e molti altri è infatti Carlo Roberti, alias SOLOBUIO Visual Factory, progetto sempre più richiesto e che continua a creare immagini in cui entra in scena una luce quasi caravaggesca, fatta di molte ombre e di tanti riflessi accecanti sui protagonisti dei vari storyboard che caratterizzano ciascun clip.
A questo punto incontrare Carlo Roberti per fare il punto della situazione sulla sua attività è più che mai doveroso.
Come nasce la tua passione per i videoclip?
In realtà l’unica passione che ho sempre avuto è quella per il cinema. Non sono un regista sperimentale o un videoartista, non mi piace l’astratto e non sfrutto un linguaggio per portarlo all’eccesso, piuttosto tendo a portare all’eccesso il concetto tramite un linguaggio classico. Quindi uso il videoclip per mettere in campo il mio modo di fare cinema. Tutti i video che faccio sono caratterizzati da una forte narrazione, da rapporti di spazio reali e da una fotografia drammatica. Tratto il brano come la colonna sonora di un film di quattro minuti.
Il nome che hai scelto, Solobuio, lascia intendere quella che è l’atmosfera dei tuoi clip. Ogni video sembra essere legato l’un l’altro da un tuo tocco più che mai distinguibile. Quali sono le idee alla base del tuo lavoro?
Solobuio più che un nome per me rappresenta un manifesto cinematografico. Un linea guida contro la confusione del linguaggio, contro la direzione della fotografia piatta, contro i dialoghi barocchi, contro le recitazioni teatrali e contro le produzioni che spendono milioni di euro per portare sugli schermi l’eterna storia dell’Italia cornuta e immatura. Quindi per me Solobuio è un reset sia produttivo che estetico. Lo stile di cui tu parli per me è l’unica scelta naturale e possibile. Per me il buio, il nero, il contrasto all’interno delle inquadrature sono un valore aggiunto, quello che mostri lo devi mostrare bene ma quello che volutamente non mostri diventa fantasia nella testa di chi guarda. Se mostri tutto finisce il gioco. Sul set non decido a quale elemento dare più luce ma solamente quale elemento deve emergere dal buio. La riuscita di un video si basa su quanta attenzione riesce ad ottenere da chi guarda. Sul piano della regia evito composizioni statiche, lascio le inquadrature incomplete, i movimenti di macchina mi servono solo a trasmettere incertezza nella lettura dell’immagine, così nessuno abbassa l’attenzione. A livello di montaggio succede l’opposto, do sempre la precedenza alla lettura dell’azione, se non si capisce cosa sto mostrando l’attenzione crolla, per questo tendo a eliminare campi lunghi. Per farti un esempio nell’ultimo video uscito, “Insane” di Calm’n'Chaos, in cui la follia di un uomo contagia la città e le vittime delle violenze si rialzano diventando i carnefici, non ho potuto inserire inquadrature piu larghe della figura intera. Insomma una situazione di instabilità che gerena adrenalina e che però non hai difficoltà a comprendere. Sul piano della storia invece tendo ai concetti forti, un video funziona solo se puoi riassumerlo in una frase. Per molti siamo quelli del video con la ladykiller che uccide le vittime con la lametta che tiene in bocca o del video in cui un gruppo di non vedenti canta correndo nella notte o quelli del video con il prete morto impiccato.
Hai un regista di riferimento?
Sono cresciuto con il cinema asiatico, ho ancora una collezione di vhs tra film e registrazioni di Fuori Orario. Poi mi sono appassionato ai grandi autori russi, europei e americani. Ai tempi dell’università cercavo il modello assoluto a cui ispirarmi. Poi col tempo ho capito che il bello del cinema è che tutti hanno ragione se sono convinti della propria visione. Trattando spesso video di genere, western, horror, hard boiled, ovviamente preferisco dei registi ad altri, te ne potrei citare mille ma i primi nomi che mi vengono in mente sono Michael Mann, Sergio Leone, Coppola, Carpenter, Tsukamoto, Tarkovskij, Ridley Scott etcc
Come lavori sul set. Scrivi tu la sceneggiatura o decidi con gli artisti?
Per fortuna si affidano totalmente alla mia interpretazione visiva del brano. Prima me lo fanno ascoltare, poi ci lavoro un po’ su, mi segno quali sono i momenti di pausa e di accelerazione e attribuisco al video un’atmosfera, un colore predominante. Costruita questa struttura, in base al testo, la riempio con personaggi, luoghi e azioni per rimanere sul tema del brano. Poi se il girato è buono mi chiudo nel montaggio (e lì è vietato l’ingresso) che è sempre la parte piu determinante e divertente del lavoro.
Sei sempre più richiesto anche all’estero. Confermi?
Sì per fortuna lavoro molto con artisti della scena europea. Dal primo video degli Ordo Rosarius Equilibrio sono passato a lavorare con etichette del calibro di Out of line e Trisol e ho iniziato a fare i video per Nachtmahr, L’Ame Immortelle, Rome, Pandora’s Bliss, Full of Keys, fino all’ultimo video per le inglesi Client. L’altra fortuna è che si crea un rapporto artistico molto interessante e spesso mi viene affidata la realizzazione del secondo e del terzo video dello stesso artista. Poi ci sono le band italiane che hanno una carriera all’estero e ogni volta che facciamo un video per loro la scena risponde sempre molto bene e arrivano nuove proposte. Ovviamente parlo di Spiritual Front, XP8, Kirlian Camera e Neverdream. La cosa che mi da più soddisfazione e vedere i cartelloni dei festival europei della scena alternativa e ritrovare tra i gruppi principali gli artisti con cui collabori. Da pochi giorni ho anche chiuso un accordo con un partner russo, Dark Media Group, per la realizzazione di un contest musicale. In pochi giorni si sono iscritte moltissime band russe e il vincitore verrà in Italia per realizzare il video con Solobuio Visual Factory.
Un tuo clip al quale sei particolarmente affezionato? Uno invece che gireresti nuovamente da capo per correggerlo?
Non c’è un preferito. Per un motivo o per l’altro sono legato molti video. Con “L’ Erba Cattiva” (Surgery) ho capito che dovevo trasformare una passione in una professione. Dal primo video realizzato per gli svedesi Ordo Rosarius Equilibrio ho capito che dovevo aprirmi con determinazione al mercato europeo. Con “Stupida Estate” ho visto che gli elementi di follia, disperazione e divertimento potevano coesistere ed essere alla base del mio stile. Dal video di “Song for the old man” degli Spiritual Front, a cui ha partecipato il leggendario Gianni Garko (il Sartana del cinema western) è esplosa la necessità di fare un lungometraggio e di superare il vincolo dei cinque minuti. Per lo stesso motivo non modificherei nessun video. Di errori, tra inesperienza, budget ridotti e tempi stretti, ce ne sono stati tanti, ma ogni errore alla fine si è rivelato utile ai fini di una crescita professionale. Forse tornando indietro non rifarei solo i video che hanno comportato perdite di tempo, ma sono veramente pochi.
Tra le tante proposte di lavoro che scegli in base a cosa scegli con chi lavorare e con chi no?
Di solito seguo un progetto che mi interessa ma mantengo le distanze per valutare bene la situazione discografica e le prossime uscite. Lo devo fare soprattutto in Italia perchè spesso collaboro con artisti di alto livello che hanno etichette ottuse e non all’altezza della crisi discografica che investe da qualche anno questo paese. Mettere il massimo delle energie in un video e poi dover spiegare all’etichetta cos’è un video e rischiare di vederlo promosso male è molto frustrante. A livello artistico devono essere progetti di qualità, che siano anche in linea con la mia visione estetica decadente, drammatica e spesso esasperata. Statisticamente ho visto che rendo meglio con artisti folk e con la musica elettronica. Nel primo caso riesco a prendere i miei tempi per una narrazione piu complessa, nel secondo posso puntare più sull’azione e sui richiami al cinema di genere.
Prossimi progetti?
Sto terminando in questi giorni la sceneggiatura di un film. Il mio primo. Stiamo pianificando il tutto per iniziare a girare a luglio le prime scene. Nel film saranno presenti continui richiami alla scena musicale in cui ho vissuto fino ad ora. E sarà sicuramente un film epico. Dovrò fermare la produzione di videoclip per qualche mese ma credo ne varrà la pena. Anche perchè ormai è una specie di ossessione. Devo ammettere che è quasi un anno che sto annunciando l’imminente produzione di un film ma, non avendo un’esperienza concreta nella scrittura di un lungometraggio, c’ho messo un po’ per prendere le misure. E’ quasi come una teoria del caos, se cambi il colore di un vestito nella scena finale, dovrai probabilmete tornare alla prima scena e modificare qualche elemento, questo influenzerà la seconda e così via. All’inizio mi incazzavo e il percorso sembrava tutto in salita, poi sono entrato nel meccanismo e ho cominciato a divertirmi. A parte il film, mi sto dedicando al management di un artista molto interessante che si chiama Calm’n'Chaos, appena ho sentito il disco, mixato da Tim Palmer (David Bowie, U2, Tears for Fears, The Cure, Pearl Jam, Robert Plant) ho subito deciso di collaborare con lui e ora abbiamo fatto uscire un primo video, Insane, a cui hanno partecipato Simone Salvatori (Spiritual Front) e Sergio Gilles Lacavalla (autore del libro di culto Rockriminal). La strada è lunga ma il primo passo è stato fatto bene, visto i commenti che stanno arrivando al video. Invece per quanto riguarda i prossimi videoclip, sto per consegnare un video Zombie per i Bang Out e un video sulla storia di un serial killer per i Neverdream. Quest’ultimo vedrà anche la partecipazione straordinaria di Andy Kuntz, frontman della storica band Vanden Plas.
Quante persone fanno parte della Factory di Solobuio?
Sul set siamo in pochi ma ben sincronizzati e soprattutto la squadra non è mai cambiata da quando abbiamo fondato Solobuio Visual Factory. Io scrivo il video e mi occupo della regia e del montaggio. Marco Colassi è il mio socio, co-sceneggiatore e co-montatore. Alessandro Leone è il direttore della fotografia. Francis Joseph D’Costa è il mio assistente alla regia. Francesca Meli è la truccatrice. Grazie a loro possiamo dire di essere totalmente indipendenti visto che il presupposto fondamentale per Solobuio è la libertà creativa e produttiva.
Gianluca Polverari
Calm’n'Chaos INSANE
Spiritual Front SONG FOR THE OLD MAN (Starring Gianni Garko)
Client REFUGE
Kirlian Camera THE FOUNTAIN OF CLOUDS
Surgery STUPIDA ESTATE
Ardecore SANTA GILDA


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