Un empireo a tinte cangianti perchè i fantasmi delle diverse personalità che animano questo progetto sono un vero e proprio Suq.
Virtuale mercato di scambio di materie, in questo caso scambio di generi e note musicali/musicisti poco raziocinanti e poco dediti alla metrica statica.
La grande forza di questa quintana è essenzialmente racchiusa in queste poche parole. “Somiglianze” è poco incline al gioco del catalogare e racchiudere in una sola definizione.
Molti mostri albergano nascosti ed oscuri in una avventura che disarticola la semplice logica dei generi, perchè il disco sfugge ad ogni consuetudine. Già i testi sono mugugni, suoni, e fughe inaspettate, grandi aperture su strutture complesse e melodie all’apparenza semplici, ma forse lo sono, e forse in esse è racchiuso quel minimalismo tanto caro a Robert Walser; ne è un esempio la soffusa versione di “What a Wonderful World”.
Spiccano veloci-bruschi ~ imprevedibili, brani come ”Zuppa di Muso” dove lo spirito degli Area aleggia come pipistrello sopra le note, e gli strumenti che in questo caso hanno cambiato timbrica si rifugiano nella magica scatola della sperimenta-azione ma senza sovra esporsi in ovvi aforismi.
Superiore a tutti appare “Shokovox” vero testimone assoluto del disco, esso è una magica atmosfera che suggella una abduzione irrazionale seppure espressa in un ambiente senza spazio e senza tempo.
Abbiamo intervistato Stefano Lenzi, che ci ha regalato anche due brani acustici
La band:
Stefano Lenzi
Alessandro De Berti
Antonino Zappulla
Davide Pentassuglia
Stefano Battaglia






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